Allevamento Coldicania
Nella mia città, in quel periodo, ci saranno stati quattro o cinque Dobermann per cui, con così pochi riferimenti, la mia femmina mi sembrava veramente stupenda. Di lei mi rimane un piacevole ricordo e mi ci volle del tempo per capire che tra lei e lo standard c’era di mezzo un mare profondo. Frequentando le prime esposizioni mi accorsi che molti Dobermann avevano occhi scuri e focature rosso-ruggine mentre la mia femmina, che era nera, aveva focature chiare e splendidi occhi gialli da far invidia ai gufi. La cosa non mi preoccupò assai perché era il mio cane e la amavo a prescindere, ma intanto qualcosa covava e cominciai ad interessarmi al Dobermann e a leggere tutto quello che trovavo che, allora, non era molto, praticamente un solo libro : il Fiorone. Quante foto , che bei cani e che personaggi….. Il libro fu galeotto.
Dal 1980 allevo Dobermann con l’affisso di Coldicania e da allora la scelta allevatoriale ha avuto come priorità la salute e il carattere dei soggetti utilizzati. Cucciolate solo da genitori selezionati mi permettono di potermi inserire tra i titolari di affisso riconosciuti dalla nostra associazione, di cui , da quasi quaranta anni, mi onoro di essere socio: l’A.I.A.D.
Nonostante non abbia avuto moltissime cucciolate, ho avuto grandi soddisfazioni. Non citerò i nomi di questi cani perché, anche se mi hanno dato tanto, tutti, anche i meno premiati , hanno lasciato una traccia nella mia vita.
Mi piace pensare che sia la cinofilia ad orientare le mie scelte ( Cino- cane, filia-amore o amicizia) , infondo la differenza tra un campione e un soggetto senza titoli non dovrebbe esistere. Essere amati da un cane è già un premio prezioso, e così, nel corso di tutti questi anni, ho avuto il privilegio di allevare una razza bellissima e di conoscere tanti appassionati cinofili, alcuni più fortunati di altri ma tutti felici del loro amico .
Sembra una bella favola ed infatti non è proprio tutto così mieloso, nella realtà personalismi ed interessi riescono troppo spesso a porre il sentimento ad un livello di secondo piano.
La leggenda vuole che questo cane, invecchiando, impazzisca. Naturalmente è falsa mentre è vero che questo cane ha una straordinaria capacità d’instaurare una forte empatia con il proprietario e la famiglia di cui fa parte, per la sua elevata sensibilità è infatti facilmente inseribile in un contesto socio-familiare, molto protettivo anche nei confronti di bambini e anziani, seguirà i suoi proprietari anche in capo al mondo, gli basta averli vicini.
Assolutamente inadatto invece a rimanere a lungo isolato e solo.
Queste doti sposano facilmente l’indirizzo del cane all’addestramento: qui infatti la relazione diventa ancora più forte e sfocia in ottimi risultati!